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terça-feira, 15 de janeiro de 2008

 
I segreti (XI)



Esperimenti mirabili

Di questi, alcuni sono senza una particolare disposizione, e infatti possiamo comporre artificialmente dal sale della pietra e da altre sostanze un fuoco che brucia a qualsivoglia distanza. Parimenti dell'olio petroleo e da altre sostanze. Parimenti dalla calce, dalla nafta e simili. Plinio dice nel secondo libro (capitolo 104) che con un artificio di questo genere una città si difese dall'esercito romano: la calce, lanciata, bruciò il soldato armato. Affine a queste cose è il fuoco greco, e molti altri comburenti. Si possono inoltre fare luci perpetue e bagni ardenti senza interruzione. Conosciamo infatti molte cose che non si consumano nelle fiamme, come la pelle della Slamandra, il talco e simili: unite a qualche diverso elemento si infiammano e rilucono, ma non si bruciano, al contrario anzi si purificano. Ma oltre a queste cose ve ne sono altre tali da far stupire la natura. Infatti possono esser fatti nell'aria suoni come tuoni, e lampi anzi più orridi dei tuoni e dei lampi naturali. Poca materia infatti, non più grande di un pollice, applicata debitamente, fa un suono orribile e produce un violento balenio. E questo si può fare in molti modi e si può distruggere una città oppure un esercito, come quando Gedeone, col fuoco che si sprigionava con inestimabile fragore da piccole bottiglie rotte e lampade, distrusse con solo trecento uomini l'infinito esercito dei Madianiti.


Frate Roger Bacon in I Segreti dell'Arte e della Natura e Confutazione della Magia, Capitolo VI, Edizione di 1622.



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