sábado, 8 de março de 2008
I segreti (XVI)
Frate Roger Bacon in I Segreti dell'Arte e della Natura e Confutazione della Magia, Capitolo VIII, Edizione di 1622.
Dell'occultare i segreti della natura e dell'arte
Ho enumerati alcuni esempi intorno al potere della natura e dell'arte, affinchè da poche cose ne raccogliamo molte, dalle parti il tutto, dai particolari gli universali e si veda che non è necessario per noi aspirare alla magia, essendo sufficienti l'arte e la natura. Ora voglio trattare con ordine le singole cose ed enumerarne le cause e il modo in particolare. Ma rifletto che non si affidano i segreti (della natura) alla pelle delle capre e delle pecore, così che possano essere conosciuti da chiunque, come raccomandarono Socrate e Aristotele. Questi dice nei Segreti dei Segreti che spezzerebbe il sigillo celeste chi comunicasse i segreti della natura e dell'arte, aggiungendo che molti mali cadono su colui che scopre le cose occulte e rivela le arcane. Del resto in questo caso Aulo Gellio, nel libro delle Notti Attiche, dice che è stolto offrire lattughe a un asino quando gli bastano cardi. E nel libro delle pietre è scritto che diminuisce la maestà delle cose mistiche chi li divulga, nè restano segrete quelle cose di cui la folla è consapevole. Dalla divulgazione infatti risulta evidente che il volgo viene a prendere una posizione contraria a quella dei sapienti. Infatti ciò che pare a tutti, e ai sapienti, specialmente ai maggiori fra essi, è vero. Dunque ciò che sembra invece soltanto alla maggioranza, al vogo in quanto tale, necessariamente è falso. Parlo del volgo che in questa distinzione si contrappone ai sapienti. Infatti nelle idee generali il popolo concorda con i sapienti, ma nei principi e nelle conclusioni delle arti e della scienze discorda da loro, affaticandosi con sottigliezze e sofismi intorno alle apparenze, di cui i sapienti non si curano.
Frate Roger Bacon in I Segreti dell'Arte e della Natura e Confutazione della Magia, Capitolo VIII, Edizione di 1622.