quarta-feira, 19 de março de 2008
I segreti (XVII)
Frate Roger Bacon in I Segreti dell'Arte e della Natura e Confutazione della Magia, Capitolo VIII, Edizione di 1622.
Dell'occultare i segreti della natura e dell'arte
Dunque anche nei segreti propri il volgo erra e così si distingue dai sapienti, ma per le idee generali sta nella legge di tutti e concorda con i sapienti. Le cose comuni però sono di poco valore e non interessano per se stesse, ma per i loro particolari e le loro caratteristiche. Il motivo di tenere occulte al volgo le cose segrete fu presso tutti i sapienti il fatto che il volgo deride coloro che sanno e transcura i segreti della sapienza e non sa usare di cose altissime, e se alcunchè di magnifico viene per caso a sua conoscenza, lo perverte e ne abusa in danno molteplice e delle singole persone e della comunità. E perciò insano è colui che scrive alcunchè di segreto, a meno che non lo scriva in modo che sia celato al volgo e possa solo a gran pena esser compreso dai sapienti e da quelli più desiderosi di conoscenza. Così tutta la moltitudine dei sapienti si comportò fin dal principio e in molti modi essi tennero occulti al volgo i segreti della sapienza. Alcuni infatti nascosero molte cose per mezzo di segni strani, di formule magiche, altri con disegni ed enigmatiche parole, come dice Aristotele nel libro dei Segreti: "O Alessandro, voglio rivelarti il sommo segreto, e la potenza divina ti aiuti a tener celato il mistero e ad attuare il mio detto. Prendi dunque la pietra che non è pietra ed è in qualsiasi luogo ed in qualsivoglia tempo" — e si intendono l'uovo dei filosofi e il suo termine.
Frate Roger Bacon in I Segreti dell'Arte e della Natura e Confutazione della Magia, Capitolo VIII, Edizione di 1622.